giovedì 31 dicembre 2009

E’ fiorito il giardino: buon anno

  
Fiorisce la camelia, centinaia di boccioli dalla punta rosa, fiori aperti numerosi che a lungo resistono prima della caduta; è fiorito di pallido azzurro il rosmarino, è fiorita di porpora l’euforbia; rari fiori, che sfumano tra l’indaco e il verde, porta la bouganville; infine la piccola rosa su un esile stelo senza foglie. Grandi foglie verde tenero ostenta la monsteria e svetta - ancora accartocciata -  la foglia del grande filodendro sollevatosi al primo piano della casa.
È una fioritura di capodanno.
Dopo il solstizio  il sole comincia, risalendo nel cielo, il percorso verso la nuova vita: le piante quest’anno sentono ancor prima il richiamo astrale.
In un angolo c‘è il piccolo acero giapponese che testimonia ancora dell’inverno che non ha vinto del tutto: non ha perduto le piccole foglie rosse dell’autunno ed ancora conserva alcune foglie verdi. La più amata: le ricordava i paesaggi del Giappone visitato quasi cinquanta anni prima ed i colori preferiti dell’autunno. Forse l’ultima immagine esterna prima di richiudersi in sé, le ultime parole di attaccamento al mondo: “Ha ancora tutte le foglie”  L’avevo portata nella stanza, di fronte a lei perché la vedesse. In giardino era vuota la sedia dove ancora due settimane prima, al calore di un sole invernale, s’era seduta a contemplare i boccioli della camelia che spingevano per uscire. Ora tutto è fiorito; sapevamo io e lei che queste fioriture precoci sono spazzate in una sola notte di vento gelido, ma intanto ti regalano speranza, serenità e desiderio di proteggerle per quanto possibile.
I fiori ed il giardino dialogano con il suo ed il nostro animo, con il modo in cui un gruppo di persone ha cercato e cerca di far fiorire giardini segreti nel gelo di animi desolati. Ne aveva scritto Carla in uno dei suoi scritti più densi in cui restituiva a tutti noi il senso di avvenimenti spesso troppo duri da gestire per lasciare spazio alla gioia. Rimando questo scritto a tutti gli amici in grado di apprezzarlo ed anche a tutti quelli che senza saperlo stanno facendo di tutto per distruggere la possibilità che simili esperienze possano continuare.

Auguro a tutti quelli che ancora numerosi mi ricordano Carla e la sua vita che questa fioritura sia un suo messaggio di felice anno nuovo.


Oltre il giardino (di Carla Melazzini)
“Ho rubato un giardino- disse affannosamente- E’ mio. Non è di nessun altro. Nessuno lo vuole, nessuno se ne interessa, nessuno ci va dentro. Forse tutte le piante si sono seccate, non lo so…
Nessuno ha il diritto di prendermelo, perché io sono la sola persona che se ne interessa. Gli altri, no. Gli altri lo tengono chiuso a chiave e lo lasciano morire!”  …..
 “Un giardino segreto?” disse Colin “Che vuoi dire? Spiegati”
“Ma non lo capisci?”disse Mary, affastellando le parole “non capisci che se la storia del giardino la conosciamo noi due soli…e si riuscisse a trovare la porta, si potrebbe andare insieme di nascosto, e nessuno saprebbe che ci siamo dentro? Lo potremmo chiamare il nostro giardino, e ci si potrebbe andare a giocare insieme, a lavorare la terra, a far rinascere  i fiori…”
…“E’ stata la forza magica che c’è in questo giardino che mi ha fatto alzare in piedi e mi ha fatto capire che potrò crescere e diventare un uomo!” (F.Burnett- Il giardino segreto)

Dal "Dizionario dei simboli"
“Il giardino è il luogo della crescita, della coltivazione dei fenomeni vitali e interiori. ..Il muro del giardino trattiene le forze interne che fioriscono.
Vi si penetra solo attraverso una porta stretta, che spesso il sognatore deve cercare facendo il giro del giardino. E’ l’espressione in immagini di un’evoluzione psichica assai lunga che è giunta ad una notevole ricchezza interna..Il giardino può rappresentare l’allegoria dell’io quando al centro si trova una grande albero o una fontana.. Assai spesso rappresenta per l’uomo la parte sessuale del corpo femminile. Ma, con l’allegoria del piccolo giardino paradisiaco, i canti religiosi dei mistici esprimono molto più del semplice amore e della sua incarnazione, essi cercano e lodano ardentemente il centro più intimo dell’anima”.

Il racconto dell’atelier 2002 di Caroline è di straordinario interesse. Esso è un assemblaggio di due componenti: un sintetico diario di bordo in forma di appunti, e la ricostruzione orale fatta a parecchi mesi di distanza nell’intervista con Rita. Colpiva in quest’ultima che, dopo tanto tempo e quando i muri della scuola erano ancora tutti coperti dai bellissimi lavori dei ragazzi, tuttavia i  sentimenti con cui Caroline raccontava quell’esperienza fossero ancora così negativi, evocassero deserto, distruttività, fallimento. Mentre all’occhio esterno risulta evidente l’originalità e la ricchezza di una specie di percorso iniziatico condotto nelle condizioni più tempestose, in cui la guida è largamente inconsapevole della portata del viaggio e tuttavia si orienta con l’istinto e la sensibilità dell’artista, dando modo ai ragazzi di elaborare senza disintegrarsi un tema sconvolgente.
Perché il soggetto, di cui Caroline - per sua ammissione - non riesce a fare a meno, e che porta a scuola a inizio d’anno nonostante le sue riflessioni sulle esperienze precedenti è una delle metafore più potenti create dal genere umano, che riempie religioni e mitologie, fiabe leggende arti e letteratura: il giardino. Lo presenta come oggetto-pesante, dieci chili di terra in un vaso, messo al centro dell’atelier - ad una dozzina di adolescenti di un tipo che, per cultura ed esperienza di vita, non ha quasi nessuna capacità di riconoscere, controllare ed elaborare le emozioni, immediatamente tradotte in gesto e azione. L’oggetto viene pertanto attaccato e danneggiato: i ragazzi non conoscono i giardini - così dichiarano - ma captano la portata simbolica di quell’oggetto: sessualità, identità, crescita, espansione e recinzione, segretezza…..nel caos apparente di questo anno di laboratorio artistico, esso è sempre presente, riaffiora continuamente, lega insieme tutte le tappe del percorso.
Il vaso-giardino sta al centro della guerra tra i sessi, la ricchissima tessitura di scambi e richiami che ognuno può sbizzarrirsi a leggere, a partire dal rapporto intimo fra emozioni e colori, e poi le forme, tutte altamente simboliche: uccelli, alberi, fontane,e la Terra, oggetto di un vero e proprio attacco bellico (“l’aiuola che ci fa tanto feroci”). Perché i maschi reclamano il diritto all’astrazione, dal loro tavolo separato dal quale lanciano alle femmine le loro battute “da cantiere,”? E’ solo perché le femmine disegnano meglio, o perché le femmine hanno già imparato a dare forma all’informe mentre loro non ne hanno ancora il coraggio? E la figura affascinante del taciturno Enzo, che impastando i colori per le ragazze funge da traghettatore tra i due fronti, e compie il misterioso gesto di dipingere le torri gemelle e di metterle nel giardino, costringendo così l’insegnante a rimetterlo al centro: il ragazzo è probabilmente il primo a cogliere il valore simbolico di tutta la rappresentazione che si svolge in quell’atelier di pittura attorno al vaso-giardino, e ne è molto soddisfatto. Caroline scrive che si è commossa.
Il percorso culmina con Adamo ed Eva. Caroline annota: “Maschi e femmine molto attivi, poche battute sessuali. Sembra che gli antenati portano il rispetto”.
In realtà, Adamo ed Eva non sono semplici antenati, ma i progenitori, e l’Eden è l’archetipo dei giardini. La dimensione diventa sacrale; qui c’è il gesto emozionante di colui che mescola tutti i colori in una melma grigia e la nomina “Prima del giardino”: il ragazzo che forse a nome di tutti comunica la consapevolezza di una trasformazione, all’inizio della quale c’era il caos indistinto delle emozioni. Dopo il giardino, si rende possibile che Caroline affidi a Gianluca il racconto dell’Eden: un giovane uomo che ha preso i voti del monaco è quanto di più inquietante per degli adolescenti, e tuttavia questi ex distruttori di giardini riescono a interrogarlo sul desiderio e la tentazione.
Come meravigliarsi se a fine anno, alla domanda di Caroline su quale fosse stato il cuore del loro lavoro, ragazze e ragazzi all’unisono rispondono “Il giardino”?

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Napoli, NA, Italy
Maestro elementare, da undici anni coordina il Progetto Chance per il recupero della dispersione scolastica; è Presidente della ONLUS Maestri di Strada ed in questa veste ha promosso e realizzato numerosi progetti educativi rivolti a giovani emarginati.